giovedì 12 dicembre 2013

William Gambetta, Democrazia Proletaria. La nuova sinistra tra piazze e palazzi



Invito a vedere anche il sito www.democraziaproletaria.it 

William Gambetta, Democrazia Proletaria, Ed. Punto Rosso, Milano 2010

William Gambetta, Democrazia Proletaria, Ed. Punto Rosso, Milano 2010


William Gambetta, Democrazia Proletaria. La nuova sinistra tra piazze e palazzi. Edizioni Punto Rosso, Milano, 2010 Per tutto il decennio successivo al Sessantotto, quando l’urto dei movimenti di protesta scosse il sistema politico repubblicano, l’aspirazione della nuova sinistra a rappresentare politicamente quella conflittualità sociale fu costante. Dopo le delusioni per la prova elettorale del 1972, fu il cartello elettorale di Democrazia proletaria, nel 1976, a segnare il passo in quella direzione. Un’esperienza che raccolse le principali formazioni dell’estrema sinistra – da Avanguardia operaia al Partito di unità proletaria, da Lotta continua al Movimento lavoratori per il socialismo – costituendo il tentativo più significativo di rappresentare le mobilitazioni di piazza negli equilibri dei palazzi del potere. Un’iniziativa unitaria percorsa da dinamiche e contraddizioni irrisolte, che si tradusse – alla luce dei risultati del 20 giugno – in una crisi irreversibile, nonostante l’elezione di una piccola pattuglia di sei deputati. Da essa, attraverso un tormentato processo di disgregazioni, scissioni e fusioni, l’area della nuova sinistra uscì ridisegnata. Nacque in quel contesto il partito di Democrazia proletaria, la cui assemblea costituente si tenne nell’aprile 1978 a Roma, durante i giorni del sequestro di Aldo Moro. Circostanza emblematica che palesò le difficoltà della nuova organizzazione, stretta tra le azioni dei gruppi armati e la repressione generalizzata dello stato. Una collocazione di enorme difficoltà sia per conquistare una vera e propria agibilità politica sia per promuovere un solido impianto d’analisi e di proposta strategica. Eppure, in quel contesto, Dp rappresentò un’alternativa concreta per avanguardie e delegati di fabbrica, settori sindacali e intellettuali, collettivi giovanili e comitati di lotta, associazioni democratiche, periodici e radio libere. Per coloro cioè che con lo spegnersi dell’ondata conflittuale non si rassegnarono né al ritorno al privato né alla scelta estrema della lotta armata.

 William Gambetta, dottore di ricerca in Storia presso l’Università di Parma, fa parte della redazione di “Zapruder”, rivista di storia della conflittualità sociale, e collabora con il Centro studi movimenti di Parma. Ha pubblicato saggi su riviste e volumi ed è tra i curatori di Memorie d’agosto. Letture delle barricate antifasciste di Parma del 1922 (Punto rosso, 2007).


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