domenica 16 febbraio 2014

Le lotte alla Pellizzari di Arzignano del 1964.


Il recupero di un archivio privato sull'argomento. 


Riporto qui integralmente la nota scritta il 17/10/2011 dopo aver provveduto al riordino ed alla digitalizzazione dell'archivio conservato da Cosimo Pascali sulle vicende del 1964 ad Arzignano. Ringrazio la figlia Antonella Pascali che mi ha affidato i documenti del padre per la loro digitalizzazione di cui conservo copia elettronica.

Note all'Archivio Cosimo Pascali “Lotta Pellizzari 1964”

Nell'autunno 1964 la Pellizzari annuncia la volontà di ridurre i propri organici e sospende 270 lavoratori. Si apre così una lunga vertenza fra l'azienda e le organizzazioni sindacali ed i lavoratori reagiscono alla decisione aziendale con azioni di protesta in difesa del proprio posto di lavoro. Ed è proprio nel corso di una di queste proteste che il 26/11/1964 i toni si accendono e ne seguono momenti di tensione tra i manifestanti e le forze dell'ordine. Quel giorno alcuni manifestanti decidono di protestare facendo un sit-in in mezzo alla strada, facendosi portar via di peso dalle forze dell'ordine. Si tratta di una forma di resistenza passiva che emula le modalità di protesta in uso in altri paesi (protesta all'inglese la chiamerà la stampa locale nelle cronache del processo che seguirà). Tuttavia, lo spostamento di uno di essi - Severino Roviaro, uno degli operai sospesi – non avviene senza danni e resteranno contusi sia il Roviaro che un carabiniere. Altre tensioni si accendono fra i lavoratori in sciopero e quei lavoratori che decidono di forzare il blocco ed entrare al lavoro, fra questi ultimi vi sono anche dei rappresentanti sindacali della Cisl e della Uil. Agli episodi del 26 novembre farà seguito una istruttoria ed un processo contro alcuni manifestanti che inizia con la sentenza di rinvio a giudizio del 18/12/1965 e si conclude con la sentenza del 6/12/1969 della Corte d'Appello di Venezia.
A fine agosto 1965 la Pellizzari conferma il licenziamento dei lavoratori sospesi l'anno precedente a partire dal 1 settembre 1965. Le lettere di licenziamento riguardano 220 operai e 124 impiegati e la vertenza si acuisce. Vi sono prese di posizione delle amministrazioni locali, interventi presso il governo, nuove iniziative di lotta.
La documentazione dell'Archivio Cosimo Pascali (di seguito ACP) prende avvio dalle proteste del 26/11/1964 alle quali il Pascali partecipa (egli è giornalaio, militante comunista e molto sensibile alle proteste dei licenziati, avendo egli stesso subito tale sorte nel passato. Oltretutto sua moglie è fra i lavoratori sospesi dalla Pellizzari di quel momento) e sarà processato con altri manifestanti per ingiurie e minacce alle forze dell'ordine e per violenza privata.

La documentazione dell'ACP è raccolta in una cartella recante il titolo: 'Lotta Pellizzari 1964 – Processo e documentazione licenziamenti Pellizzari'; essa si compone di 2 Buste (cartelle) riportanti i seguenti titoli manoscritti a matita:
  1. Lotta e documentazione licenziamenti Pellizzari;
  2. Processo fatti Pellizzari 26/11/64.

La busta n. 1 contiene volantini, manifesti, documenti scritti da sindacati, partiti politici e ritagli di giornale sulla vertenza arzignanese dell'autunno 1965, quando cioè la sospensione dei lavoratori dell'anno precedente si trasforma in licenziamenti veri e propri. C'è un solo articolo de Il Gazzettino del 27/11/1964 che dà conto dei tafferugli del giorno precedente, poi c'è un salto temporale all'estate/autunno dell'anno successivo.
La busta n. 2 contiene invece i documenti relativi al processo avviato dopo i fatti del 26/11/1964 contro Cosimo Pascali ed altri manifestanti, processo che si concluderà con una condanna in primo grado nella primavera del 1966, il ricorso in appello e la sentenza definitiva nel 1969. Essa contiene inoltre alcuni articoli tratti dai quotidiani sulla vicenda processuale, la memoria difensiva dattiloscritta da Cosimo Pascali e gli appunti manoscritti preparatori.
Tutti i documenti sono stati mantenuti nelle rispettive buste così come sono stati consegnati.
L'unico intervento è stato il riordino cronologico, nei limiti del possibile, dei documenti ed il riordino degli articoli da stampa a seconda della testata di pubblicazione, la schedatura e la scansione in formato elettronico (pdf) di tutti i documenti. Alcuni documenti sono presenti in più copie e soltanto uno (volantino Cgil del 25.01.1966 cfr. scheda n. 24 e n. 67) risulta presente in entrambe le buste.
Risultano così 89 schede (relative a 88 documenti, si veda la doppia schedatura del volantino 25.01.1966 sopra menzionato) di cui dalla n. 1 alla n. 58 relative alla Busta n. 1 e dalla n. 59 alla n. 89 alla Busta n. 2.

Questioni e problemi da risolvere sulla documentazione dell'Archivio Cosimo Pascali.
Busta n.1
Si compone di 25 volantini, 2 manifesti e 31 articoli tratti da quotidiani (di cui 13 da Il Gazzettino, 9 da l'Unità e 9 da Il Giornale di Vicenza). Di particolare interesse i volantini per la maggior parte a firma di organizzazioni sindacali, i restanti (9 Cgil, 5 Cisl, 3 Uil, 1 unitario, 4 Pci, 3 Psiup) ed i 2 manifesti (1 Pci e 1 Psi) perché si tratta di materiale “grigio” di difficile reperibilità.

Rimangono irrisolti alcuni problemi di datazione dei documenti, e precisamente:
  • il volantino del Pci di Arzignano dal titolo: Una nuova unità politica nella lotta contro il grande padronato della “Pellizzari”(cfr. Scheda n. 001), privo di data, molto probabilmente dell'autunno 1965 come la maggior parte dei documenti della Busta n. 1, tuttavia è l'unico documento che parla di 180 licenziamenti. E' possibile che sia stato redatto in una fase successiva (le trattative di quei mesi avevano fatto rientrare 40 dei 124 licenziamenti fra gli impiegati ed era stata ottenuta la proroga della Cassa Integrazione sino al 30/11/1965, quindi non è da escludere che alla fine i licenziamenti fossero stati ridotti), ma al momento si è preferito non indicare alcuna data;
  • il volantino della Segreteria Mandamentale della Cisl dal titolo: Precisazione della Cisl (cfr. scheda n. 009), privo di data è relativo alla presa di distanza del sindacato da iniziative di raccolta fondi a favore delle famiglie di Arzignano colpite dalle difficoltà economiche. Esso è di ancor più difficile collocazione temporale in mancanza di ulteriori documenti che facciano menzione di tali iniziative;
  • il manifesto del Gruppo Consigliare Socialista di Arzignano dal titolo: I socialisti e la Pellizzari. Bando alle chiacchere e alle facili promesse!! (cfr. Scheda n. 027) non è datato, tuttavia il testo ne permette una collocazione nei primissimi giorni di settembre 1965.

Alcuni articoli tratti dai quotidiani non riportano espressamente la fonte di provenienza:
a) per quanto concerne gli articoli tratti da Il Gazzettino descritti nelle schede n. 028, 029, 040 e quello tratto da Il Giornale di Vicenza della scheda n. 057, è stata effettuata la verifica presso l'emeroteca della Biblioteca Bertoliana di Vicenza che ne ha confermato fonte e data di pubblicazione;
b) gli articoli tratti da l'Unità descritti nelle schede n. 041, 042 e 043 pur mancando dell'espressa indicazione della fonte sono inequivocabilmente riconducibili all'organo di stampa del Pci per quanto emerge dal contenuto degli articoli;
c) la Lettera al Direttore, Possibilità di lavoro in una ditta tedesca (cfr. scheda n. 056) non indica né la fonte, né la data. I caratteri editoriali e la pagina (Cronaca di Arzignano) permettono di identificare la fonte ne Il Giornale di Vicenza e, nel retro del ritaglio di pagina, si riconosce un articolo sportivo con l'indicazione Valdagno 14 settembre, che fa supporre l'edizione del 15/09/1965, non riscontrato ad una prima verifica.
Busta n. 2
Si compone di 8 articoli tratti da quotidiani (di cui 3 dal Il Giornale di Vicenza, 3 da Il Gazzettino e 2 da l'Unità), 1 volantino, 4 documenti manoscritti di appunti preparatori della memoria difensiva e 1 documento dattiloscritto (promemoria), 2 atti giudiziari del 1951 relativi ad un processo a Cosimo Pascali per comizio non autorizzato ed un sentenza di condanna analoga per reati analoghi commessi nel 1949 da altri. Non hanno nessun nesso con la vicenda del 1964, ma probabilmente sono stati conservati nella stessa busta per analogia (si tratta di reati di opinione: comizio non autorizzato, ecc.). Infine 15 atti giudiziari relativi alla vicenda processuale.

In questa busta i problemi di datazione riguardano il Promemoria di Cosimo Pascali, ovvero la memoria difensiva elaborata per affrontare il processo ed i fogli manoscritti di appunti sulla base dei quali è stata scritta (cfr. schede nn. 070, 071, 072, 073, 074). Su tutti questi documenti è stata indicata genericamente la data dicembre 1964, più probabilmente essi sono stati scritti in un lasso di tempo più ampio che va dal dicembre 1964 al dicembre 1965 (quando il giudice istruttore decide il rinvio a giudizio degli imputati) e sarà conseguente alle dichiarazioni rilasciate dai vari attori del processo.

Infine, per l'articolo de l'Unità descritto nella scheda n. 065, manca l'espressa indicazione della data e della fonte, ma - in analogia con quanto indicato per gli articoli contenuti nella Busta n. 1 - dalla lettura del testo risulta facilmente identificabile sia il quotidiano di provenienza che la data di pubblicazione. L'articolo peraltro porta la stessa firma (g.l.m.) di un articolo pubblicato qualche giorno dopo (cfr. scheda n. 066) in cui è espressamente indicato il quotidiano di provenienza.

domenica 2 febbraio 2014

Grândola, vila morena. Que se lixe a Troika






Prima di guardare questo video consiglio di leggere il post precedente e di ascoltare la versione di Grandola cantata da Amalia Rodrigues. Questo video testimonia come i manifestanti di Lisbona dello sciopero generale del 3 marzo 2013 contro i tagli imposti dalla troika intonano l'inno che nell'ultimo quarto del secolo XX aveva dato il via alla liberazione del popolo portoghese dal giogo fascista durato per buona parte del secolo. La manifestazione è stata convocata con lo slogan Que se lixe a Troika! (Che a vada farsi fottere la Troika)

Unisco qui alcune immagini scattate qualche giorno prima a Oporto. La città si preparava allo sciopero generale con delle grandi scritte sulla carreggiata, un milione di persone manifesterà per le sue strade.